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Brionvega 1963/2023 Sixty years of future

Company

L'azienda Brionvega ed i suoi straordinari prodotti: le origini dal 1960 alla metà degli anni '80

Vega è la stella più brillante della costellazione della Lira, la quinta più luminosa del cielo notturno, nonché la seconda più luminosa nell’emisfero celeste boreale.

Fondata a Milano nel 1945 con il nome di BP Radio S.r.l. l’azienda assume la sua forma definitiva e il suo nome nel 1960 con l’uscita dalla società dell’ingegner Pajetta. L’azienda, da quel momento interamente sotto il controllo dei coniugi Brion, entra nel mondo del disegno industriale e assume la nuova ragione sociale Brion Vega Radio Televisione S.a.s. Così nasce il marchio e l’azienda Brionvega, una delle stelle più luminose del design italiano.

La filosofia di Brionvega porta da subito il marchio l’azienda dei Brion a elaborare un personalissimo punto di vista sulla cultura materiale. La produzione di oggetti di consumo, la moltiplicazione della merce, è sempre bilanciata da una particolare vocazione spirituale che si riflette nella scelta di costruire oggetti che non sono solo oggetti, ma mezzi di comunicazione, strumenti e non pura merce. Strumenti, dunque, che possono essere utilizzati per fare tante cose diverse, che riflettono le aspirazioni, i sogni, i desideri e le convinzioni di chi li utilizza: dunque oggetti neutri, politicamente senza segno, ma esteticamente indimenticabili e
inconfondibili.

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Design from Vega

Nei primi anni 60 l’appena nata Brionvega affida la rivitalizzazione dei principi interni del brand alla coppia di architetti Marco Zanuso e Richard Sapper. I due firmeranno per Brionvega una serie di celebri oggetti e contribuiranno a imprimere nell’azienda un dinamismo interno che ne contraddistinguerà il percorso per gli anni avvenire.

Non è un caso che Zanuso, Sapper e Ennio Brion negli anni 60 visitano la NASA. L’esperienza deve essere stata fondamentale per la fantasia progettuale e imprenditoriale dei tre.

Negli anni 60 e 70 infatti Brionvega firma una certa quantità di pezzi che cadono di diritto nel novero dell’estetica space age .

L’estetica space age era caratterizzata da oggetti futuristici e futuribili, con un riferimento utopico a un mondo in cui viaggiare e vivere nello spazio rientrava nell’ordine del quotidiano.

Le plastiche colorate, i metalli riflettenti dominarono per un decennio la scena dotando i progetti di un colpo d’occhio avveniristico.

Dello stesso periodo è la costruzione della fabbrica di Asolo, a Treviso, progettata proprio da Marco Zanuso e divenuta uno dei simboli dell’industria felix: luminosa, aperta e nel più puro spirito di Adriano Olivetti. La fabbrica di Asolo viene presto popolata da maestranze di grande capacità industriale ed artigianale, proprio nel momento in cui le aziende del settore elettronico investivano in macchine e automazione per incrementare la competitività. BRIONVEGA in quel periodo fa una scommessa diversa: investe in prodotti complessi, veri oggetti artistici come il radiofonografo ed il totem, e scommette sull’eccellenza produttiva addestrando maestranze ed artigiani a produrre questi sofisticatissimi ed unici oggetti.

Brionvega e i suoi designer imparano a scrivere il futuro attraverso le linee di oggetti quali il radiofonografo dei fratelli Castiglioni, la radiocubo di Zanuso/ Sapper (oltre agli straordinari televisori Doney ed Algol) e il Totem di Bellini.

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Design in motion

Il movimento, dopo la futuribilità, è un altro tratto caratteristico dei prodotti Brionvega. Un tratto che ha accomuna i designer, le persone che ci lavorano e l’azienda tutta. Il movimento nello spazio dei pezzi di design e la portabilità sono due caratteristiche che intercettano l’istanza di dinamicità che il brand ha sempre realizzato. Un oggetto che ti segue nello spazio della tua vita, come radiocubo, o algol, la televisione con il manico, come pure il già citato radiofonografo e totem sono oggetti che devono avere grande personalità e muoversi loro stessi, internamente, per captare le necessità d’uso che l’utente ne fa in quel momento preciso. È un oggetto che ti segue, che ti fa compagnia, un vero compagno di vita.

L’importanza del design nel modificare la nostra percezione della vita di tutti i giorni è ben espressa, in quei primi anni di Brionvega, da Gillo Dorfles in Introduzione al disegno industriale.
Scrive il famoso critico d’arte “Noi siamo avvolti, ad ogni istante della nostra giornata lavorativa o ricreativa, da una marea di oggetti prodotti industrialmente, in serie, e con più o meno palesi intendimenti estetici: dall’orologio che portiamo al polso alla penna biro […] produzioni alla cui base esiste sempre un momento progettativo […]. Non deve dunque far specie se il nostro odierno orizzonte visuale è così fortemente influenzato dalla presenza di questa ingente quantità di elementi […] proprio a tali elementi si deve il particolare indirizzo che potrà assumere il gusto dell’uomo e il suo atteggiamento verso le forme.”

Giocare con le forme del futuro era per gli architetti e i designer di Brionvega un modo di giocare con il gusto estetico degli utenti: anticipandolo, preconizzandolo. Dandogli un assaggio di quello che sarebbe stato l’ambiente domestico e lavorativo del futuro e dando così vita alla profezia autoavverante di un design in movimento e oscillazione costante fra ciò che comprendiamo e ci piace e ciò che ancora non comprendiamo completamente, ma che ci parla, ci incuriosisce, attira e pungola il nostro gusto estetico.

Gli oggetti di cui ci circondiamo plasmano il nostro mondo, diventano il nostro mondo.
Essi cambiano il modo in cui guardiamo, sentiamo, agiamo.
L’obiettivo di Brionvega ha da subito sposato questa intuizione fondamentale; intuizione che è stata la bussola che ha portato l’ azienda Brionvega a vincere non solo il compasso d’oro ma a creare dei veri e propri ART Products destinati a più generazioni future.

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Il Compasso d’oro

Il Premio Compasso d’oro è un importante riconoscimento che viene assegnato ogni anno dall’Associazione per il disegno industriale. Istituito nel 1954 da un’idea di Gio Ponti, nasce con l’obiettivo di premiare e valorizzare la qualità del design italiano. Il Compasso d’oro è il più antico e prestigioso premio di disegno industriale al mondo e vincerlo, per un progettista, significa entrare di diritto nel pantheon del grande design.
Brionvega lo vince nel 1962, con il televisore Doney 14″ firmato da Marco Zanuso e Richard Sapper: il primo televisore a transistor portatile prodotto in Europa.
In seguito Brionvega vincerà un secondo Compasso d’oro, nel 1970, assegnatogli alla produzione e con le seguenti motivazioni:

“Il Compasso d’Oro 1970 viene attribuito alla Brionvega per aver voluto imprimere, nella massima parte della sua produzione, un alto livello qualitativo e per aver voluto avvalersi dell’opera dei migliori designer italiani, raggiungendo in molti casi, risultati di notevole valore culturale sul piano del design a livello internazionale”
Da quel momento il design di Brionvega ha un posto nei musei di tutto il mondo, dal Moma al museo d’arte moderna di San Paolo passando per la Triennale di Milano. I suoi pezzi classici come Radiocubo e Algol di Zanuso e Sapper, il Radiofonografo dei fratelli Castiglioni e il Totem di Bellini, vengono esposti al fianco delle grandi opere d’arte del passato, come esempi lampanti dell’umano progresso e ingegno.
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La Brionvega fino agli inizi degli anni 2000

Anche nel periodo che parte dalla seconda metà degli anni 80 agli inizi degli anni 2000 l’azienda Brionvega ha continuato la filosofia di sviluppare prodotti di grande design e cultura ( ne sono esempio concreto il BEST 15″ disegnato dal maestro Mario Bellini ed il Cubo Glass) pur essendo colpita dalla crisi dell’elettronica di consumo europeo che in quei 10 anni ha portato ad enormi difficoltà in quasi tutte le aziende del settore.

Brionvega 2023

Nei suoi 60 anni di attività nel campo del design italiano, Brionvega ha collaborato con i più rinomati e innovativi designer del panorama contemporaneo, producendo oggetti iconici senza tempo che hanno arredato la storia del ‘900 e che, grazie al riconoscimento degli studiosi e dei musei d’arte e dei libri d’arte e di design, hanno assunto il ruolo di veri e propri oggetti d’ARTE.

Oggi, Brionvega si propone come custode di una tradizione consolidata nel tempo e ha rinnovato il suo impegno verso l’eccellenza. L’azienda ha riorganizzato lo studio tecnico e la progettazione, ha sviluppato la ricerca e la formazione di sapienti artigiani, ha ricreato la struttura di marketing e in tutti gli altri comparti il personale è accomunato da una fortissima passione per questi oggetti straordinari: gli ART PRODUCTS di BRIONVEGA.

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Il nostro gruppo nasce dalla volontà dei fondatori di ridare vita e dignità ad alcuni iconici pezzi del design italiano. Gemme nascoste, opere scomparse, nel corso degli anni, di cui il gusto contemporaneo sente la nostalgia e che il mondo merita di conoscere.
Abbiamo scelto i prodotti più complessi e complicati non solo di BRIONVEGA ma, probabilmente, di tutto il panorama italiano di quel glorioso periodo. Un momento storico in cui il belpaese “dominava questo mondo per lo straordinario mix tra sapienti artigiani e grandi mecenati dell’industria”

Intorno a questa missione abbiamo creato una azienda che gestisce e gestirà l’heritage, il lascito, ma soprattutto i futuri sviluppi del marchio Brionvega.

Il classico radiofonografo dei fratelli Castiglioni: un’opera d’arte che cela dentro di sé un segreto… Un segreto nascosto nel movimento dei suoi volumi, nelle varie e successive configurazioni modulari che i due monitor possono assumere, nella pulsantiera, nella linea spaziale e familiare insieme che lo rendono un pezzo di design sempre nuovo: un oggetto che dopo 50 anni continua a suscitare ammirazione e curiosità in tutti gli amanti del grande design e dell’arte tutta. Un concept design playful e complice che ispira una performance e un approccio ludico all’oggetto e apre a una relazione intima con questo classico pezzo.

La Radiocubo ts502 di Zanuso e Sapper, l’iconica radio pop di Brionvega.
Divenuta velocemente oggetto di culto esprime tutta la voglia di ribellione di novità e di colore della generazione degli anni 60. Da sempre amata da creativi del calibro di David Bowie, è oggi esposta, tra gli altri, al Moma di New York e al museo d’arte moderna di San Paolo.

Il Totem di Bellini: Firmato nel 1971 il Totem è una celebrazione delle forme primarie ed elementari che compongono e regolano il nostro mondo fisico. Un’ode alla regolarità geometrica che giunge alla fine di una lunga meditazione sulla forma e sulla funzione.
Un semplice volume cubico bianco che si schiude e ricompone modularmente in una sofisticata macchina d’ascolto Hi-Fi, con le due casse che aprendosi svelano il modulo stereo, la radio e il giradischi.

Così Brionvega, dopo sessant’anni, continua a brillare e splendere alta nel cielo del design italiano, come la stella, luminosissima, da cui prende il nome.

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